Lo Smart Commons Lab è un network internazionale con la mission di creare e diffondere una nuova generazione di strumenti dinamici per il management innovativo delle risorse comuni e del valore pubblico.
Lo Smart Commons Lab catalizza la collaborazione di soggetti diversi, quali università e enti di ricerca, non profit, aziende, imprenditori, enti pubblici, ma anche gruppi di interesse, associazioni di cittadini e comitati locali. In questo modo, lo Smart Commons Lab punta a favorire l’integrazione orizzontale tra discipline diverse, come pure l’integrazione verticale tra la ricerca scientifica, le soluzioni pratiche, e i bisogni concreti delle persone, delle organizzazioni e delle comunità.
I servizi dello Smart Commons Lab comprendono la ricerca accademica multi-disciplinare, lo sviluppo di progetti anche su bandi nazionali ed europei, la divulgazione, la formazione, la creazione di soluzioni digitali e la consulenza. Questi servizi possono essere erogati dallo Smart Commons Lab anche indirettamente, tramite attività di supporto a soggetti partner.
Nel Medioevo anglosassone, il termine commons indicava una porzione di territorio destinata a fornire risorse per un uso collettivo. Ad esempio, il terreno per il pascolo del villaggio era un commons, come pure il bosco dove tutti potevano andare a fare legna.
Il concetto di commons può essere usato oggi per indicare tutti quei sistemi che forniscono (o potrebbero fornire) risorse a una comunità rendendo possibile un beneficio comune, e che però possono risentire di uno sfruttamento eccessivo e/o della mancanza di un impegno condiviso da parte di chi ne fa uso.
In questo senso, gli esempi di commons sono ovunque: Wikipedia, un ecosistema marino, il sistema di mobilità di una città, o il sistema di relazioni e conoscenze di un distretto industriale possono essere tutti considerati commons. Una società che possa contare su un tessuto robusto di commons apre la via a una migliore qualità di vita per tutti. Imprese, enti e organizzazioni sono anch’essi parte di di un sistema fatto di commons, e dipendono dalle risorse che questi sistemi rendono disponibili.
Le persone e le organizzazioni possono contribuire a rigenerare e a proteggere i commons da cui dipendono, ma possono anche contribuire a distruggerli; qual è il ruolo di imprenditori e manager in questo scenario?
È opinione ancora diffusa che gli individui e le organizzazioni abbiano il diritto di sfruttare i commons avendo come unico limite ciò che è previsto dalla legge e pagando delle tasse ove previsto. In realtà oggi emerge in modo sempre più chiaro che un interesse propositivo e condiviso nei confronti del bene comune è un fattore chiave necessario per scongiurare la fragilità del sistema. Attualmente la (ri)generazione dei commons non è più un tema che i imprenditori e manager pubblici e privati possano delegare al mondo della politica o dell’impegno sociale. Infatti
I commons di oggi sono molto più complessi dei commons del passato, come ad esempio i pascoli comuni dei villaggi medievali
Viviamo in un mondo globalizzato, e molti commons vitali, come il clima del pianeta, hanno raggiunto anch’essi una scala globale. In questo panorama fittamente interconnesso, ogni innovazione tecnologica genera nuovi dilemmi assieme alle nuove soluzioni. La digitalizzazione sta accelerando in modo straordinario queste trasformazioni: emergono continuamente nuovi commons, e con essi compaiono anche nuovi tipi di minacce ai commons e alla capacità di questi sistemi di (ri)generare risorse per il bene comune.
Viviamo in un mondo globalizzato, e molti commons vitali, come il clima del pianeta, hanno raggiunto anch’essi una scala globale. In questo panorama fittamente interconnesso, ogni innovazione tecnologica genera nuovi dilemmi assieme alle nuove soluzioni. La digitalizzazione sta accelerando in modo straordinario queste trasformazioni: emergono continuamente nuovi commons, e con essi compaiono anche nuovi tipi di minacce ai commons e alla capacità di questi sistemi di (ri)generare risorse per il bene comune.
I metodi tradizionali di business e di management sono poco adatti per affrontare queste sfide. Sia gli studiosi che i professionisti che sono attivi nel mondo dell’imprenditorialità e del management sono invitati a contribuire a una evoluzione condivisa dei commons, delle tecnologie e delle competenze.